ITL Ravenna: evasione contributiva ed esercizio non autorizzato di ricerca e selezione della manodopera
Mediante una società estera
Pubblicazione: 25 Novembre 2025
Ultimo aggiornamento: 25 Novembre 2025
Evasione di contributi per oltre 370 mila euro attraverso la costituzione di un’apparente società estera che esercitava a Ravenna, e senza alcuna autorizzazione da parte del Ministero del Lavoro, l’attività di ricerca e selezione del personale, schermandosi con un’agenzia di lavoro interinale.
È quanto è stato riscontrato tra il 2024 ed il 2025 dall’Ispettorato del Lavoro di Ravenna, a conclusione di una complessa operazione che ha consentito di disarticolare uno schema artificioso attuato da alcuni soggetti che avevano creato una società estera, con l’intento di evadere gli obblighi della legge italiana sulle attività di reclutamento e selezione di lavoratori, oltre l’abbattimento dei contributi INPS.
Le indagini sono partite a seguito di una segnalazione da parte del Ministero del Lavoro nei riguardi di una società fittiziamente costituita fuori dal territorio nazionale che, senza alcuna abilitazione, ricercava e selezionava personale anche attraverso note piattaforme social. Dagli approfondimenti investigativi è stato accertato che la società estera stipulava un generico contratto di consulenza commerciale con un’agenzia di lavoro interinale, contratto che, nei fatti, mascherava una vera e propria attività di ricerca, raccolta e identificazione dei candidati per conto dell’agenzia per il lavoro; quest’ultima, ricevuti oltre 50 lavoratori, a sua volta li somministrava ad imprese metalmeccaniche ravennati.
Il capzioso modus operandi attuato dai referenti della società estero-vestita è stato anche comprovato da documentazione contabile emessa per i servizi erogati in forza del contratto di consulenza tra la società non italiana e l’agenzia interinale: fatture che riportavano importi relativi a prestazioni di lavoro che poi non risultavano nelle buste paga dei lavoratori, determinando di conseguenza un’evasione contributiva.
Infine, è anche emerso che uno dei soggetti esecutori del sistema scoperto dagli ispettori rivestiva incarichi nella società estera, pur avendo un rapporto di lavoro pubblico incompatibile con il suddetto ruolo sociale.
A conclusione degli accertamenti, i responsabili sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria, con la conseguente segnalazione all’INPS per il recupero dei contributi evasi.