IAM Reggio Calabria – Settimana di controlli a tutela della legalità e della sicurezza sul lavoro

Direzione interregionale del Sud (Napoli)
IAM Reggio Calabria
Attività di vigilanza

Verificati stabilimenti balneari, ristoranti, un’azienda calzaturiera, cantieri edili e un’impresa agricola

Pubblicazione: 30 Luglio 2025

Ultimo aggiornamento: 30 Luglio 2025

Dal 21 al 27 luglio gli ispettori del lavoro di Reggio Calabria sono stati impegnati in una vasta operazione di controllo su tutto il territorio provinciale, con accessi mirati in agriturismi, pubblici esercizi e cantieri, anche in fascia serale. L’attività ispettiva ha posto al centro la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, evidenziando ancora una volta quanto il rispetto delle normative sia imprescindibile per garantire condizioni dignitose nei luoghi di lavoro.

Lungo i litorali tirrenico e ionico, sono state sospese due attività per gravi irregolarità legate al lavoro nero. In un lido balneare è stato trovato un lavoratore non regolarmente assunto su due presenti, mentre in un ristorante ben due lavoratori su tre risultavano impiegati senza alcuna tutela contrattuale. Per uno di essi, era stata accertata una presenza in servizio da oltre trenta giorni. In quest’ultimo caso, è scattata la maxi-sanzione da 7.800 euro.

Complessivamente, le sanzioni amministrative contestate per le violazioni emerse ammontano a 15.600 euro. A queste si aggiungono ulteriori 5.000 euro che le imprese sospese dovranno versare per poter riaprire, dopo aver regolarizzato i lavoratori in nero. Le ispezioni hanno inoltre evidenziato il pagamento in contanti delle retribuzioni, pratica non ammessa, che ha comportato ulteriori sanzioni per 1.600 euro. Sotto il profilo della sicurezza contestata la mancata sorveglianza sanitaria e l’omissione della formazione obbligatoria in materia di sicurezza sul lavoro.

Situazione analoga in un ristorante della fascia ionica reggina, dove l’unico lavoratore in forza è risultato completamente in nero. Anche in questo caso è stata elevata una sanzione di 3.900 euro, oltre alle prescrizioni per la mancata visita medica e l’assenza di formazione.

Un caso particolarmente grave è stato rilevato in un’azienda calzaturiera della Locride, sospesa per la presenza di due lavoratori irregolari su tre. Uno di essi risultava impiegato da oltre sessanta giorni senza contratto. Oltre alla maxi-sanzione da 15.600 euro, il datore dovrà versare 2.500 euro per ottenere la revoca del provvedimento di sospensione. Gli ispettori hanno inoltre accertato che le retribuzioni erano corrisposte in contanti da quattro mesi, facendo scattare un’ulteriore sanzione da 6.400 euro. Anche in questo caso, sono state elevate prescrizioni per l’omessa sorveglianza sanitaria e l’assenza di formazione.

Nel settore edile, sono state riscontrate irregolarità in diversi cantieri. Due sospensioni sono scattate nell’area ionica, dove in entrambi i casi è stato individuato un lavoratore in nero su due. Oltre ai 5.000 euro necessari per la riapertura, sono state elevate maxi-sanzioni pari a 7.800 euro e contestate la mancata formazione e le carenze in materia di sicurezza. Nella Piana di Gioia Tauro, invece, è stato scoperto un cantiere dove l’unico lavoratore impiegato era totalmente privo di contratto: anche qui è stata elevata una sanzione di 3.900 euro,

Gli ispettori hanno inoltre condotto verifiche tecniche approfondite nei cantieri, finalizzate a monitorare l’applicazione del Testo Unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. A tre datori di lavoro sono state contestate violazioni gravi, come l’assenza di interventi contro il rischio elettrico, la mancata predisposizione dei dispositivi di protezione collettiva e individuale, e la mancanza del Pi.M.U.S., documento obbligatorio per il montaggio e smontaggio dei ponteggi.

Nei controlli svolti nel comparto agricolo, ancora una volta nella Piana di Gioia Tauro, un imprenditore è stato sanzionato per aver impiegato in nero l’unico lavoratore trovato nei campi. Anche in questo caso è stata comminata una maxi-sanzione da 3.900 euro, con sanzioni penali per le omissioni in materia di sorveglianza sanitaria e formazione. Infine, in un agriturismo della Locride, al datore di lavoro è stato contestato di non aver sottoposto i dipendenti al giudizio di idoneità sanitaria, obbligatorio per legge.

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